“Condurre oltre confine”: le traduzioni durante il fascismo
Con Edoardo Esposito, Anna Ferrando e Irene Piazzoni. In collaborazione con Istituto Lombardo di Storia Contemporanea
Nel ventennio tra le due guerre mondiali, mentre nazionalismi, dittature e protezionismo si affermavano in ogni angolo d’Europa, l’Italia fascista divenne il più importante consumatore di traduzioni al mondo. Autori tedeschi, francesi, russi, danesi, inglesi, ungheresi e americani invasero letteralmente la penisola, mettendo in imbarazzo il regime e i suoi propositi di autarchia, di egemonia e di imperialismo culturale. Il volume raccoglie i contributi di una ventina di studiosi che hanno indagato da prospettive diverse le reti dei trasferimenti culturali tra Italia, Europa e Stati Uniti nell’entre-deux-guerres, per riflettere sulle connessioni tra traduzioni, nazionalismo e internazionalismo. Punto di osservazione è la città di Milano, che proprio in quel periodo si andava trasformando nella principale fucina editoriale della penisola.