A Bellano le cose non vanno mai come ci si aspetta
Con Andrea Vitali e Armando Besio
Bellano, anno 1928. Il segretario bellanese del Partito è Aurelio Trovatore, una vera nullità agli occhi di Caio Scafandro, che secondo suo modesto parere avrebbe dovuto prendere il suo posto. Ma l’occasione di riscatto per lo Scafandro arriva quando suo cognato viene accusato di un furto di carbone, perché il Graziato, su cui pende la denuncia, è iscritto al fascio: se dovesse essere giudicato colpevole, la figuraccia la farebbe anche il Partito. Nell’evolversi della situazione i carabinieri assistono non senza divertimento alla vicenda e il maresciallo Ernesto Maccadò si gode qualche gustosa rivincita sugli sgangherati rappresentanti locali del regime.