Bologna etrusca. La città "invisibile"
Con Giuseppe Sassatelli e Maurizio Harari
Al contrario delle “città invisibili” di Italo Calvino che vivono solo nella fantasia di Marco Polo e nella credulità del Kublai Khan, la Bologna etrusca non si vede perché le sue strutture sono sepolte sotto la città attuale o sono state distrutte dagli insediamenti delle età successive, ma è reale e concreta. Nel suo abitato di straordinaria estensione, nei suoi luoghi di sepoltura, specchio fedele della società e dei cittadini, nella sua economia agricola con cui bonifica e controlla la fertile pianura padana, nella sua dimensione produttiva, nel suo ruolo di snodo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa. Per la prima e unica volta nella sua storia, con gli Etruschi, Bologna, che aveva il nome di Felsina, probabile latinizzazione del suo nome etrusco, è stata capitale e Plinio non a caso parla di Felsina princeps Etruriae.
Il libro “Bologna etrusca” si propone di narrare una lunga e interessante storia che va dal X al IV secolo a.C. e che non è raccontata da nessuna fonte scritta, ma si può ricostruire con grande precisione sulla base delle tracce archeologiche dell’abitato e delle necropoli recuperate dal sottosuolo della città, delle sue vie, delle sue piazze e delle sue case, tracce non più visibili, ma bene individuate dalla ricerca e dagli scavi che durano da tanti anni. Esso si configura pertanto come strumento conoscitivo che metta insieme tutti i dati disponibili fornendo un quadro preciso dell’estensione della città, della sua struttura, della sua importanza territoriale e del suo ruolo economico.
Un ricco apparato di piante e fotografie accompagna il lettore in questa narrazione. Il volume è completato dai testi delle principali fonti scritte greche e latine sulla città e da una bibliografia di approfondimento.