Il linguaggio che demolisce la pace: la propaganda tra reale e immaginario
Con Lorena Forni e Stefano Santasilia
Se pensiamo al più evidente contrario della pace, identifichiamo subito una parola: guerra. La guerra ha un suo linguaggio. Facciamo qualche considerazione sulla propaganda, quale specifico linguaggio bellico, manipolativo e persuasivo. La propaganda altera il racconto della realtà, è funzionale al raggiungimento di precisi obiettivi tipici del conflitto, e consente di dissimulare operazioni spesso violente.
Fatte queste premesse, ci sorprenderebbe scoprire, tuttavia, che la propaganda non riguarda solo il conflitto bellico vero e proprio. Il linguaggio pubblico, per diverso tempo, è stato intriso di slogan e comunicati propagandistici, pensiamo alla letteratura distopica che, ad esempio con 1984 di G. Orwell, o con Fahrenheit 451 di R. Bradbury, ha raccontato società future, immaginarie, in cui la guerra e la corrispondente perdita di diritti di ogni individuo sono considerate condizioni ineluttabili, raccontate, spiegate e giustificate attraverso l’uso imponente della propaganda.
Questo incontro vuole essere un’occasione per riflettere su questo linguaggio, per avere una maggiore consapevolezza della potenza delle parole, in guerra e in tempo di pace.