Picasso: un’avanguardia fra guerra e pace
Con Giancarlo Lacchin e Ivan Quaroni
La poetica di Picasso, che si definisce all’interno di una produzione artistica dalla vastissima prospettiva tematica e tecnica, trova fin dagli inizi, quando egli si trasferisce nel 1900 a Parigi, una forte opposizione da parte della cultura francese “ufficiale”, che presenta il cubismo come un pericolo per l’”integrità morale” del paese, come una forma di modernità che rischia di minare le basi della solida e consolidata tradizione artistica accademica. A partire dalla prospettiva che guida il lavoro di ricerca di Annie Cohen-Solal, Picasso. Una vita da straniero, che è anche il testo di riferimento dell’omonima mostra su Picasso presso Palazzo Reale di Milano di questo autunno, la figura del grande pittore spagnolo appare come uno dei massimi interpreti di quel sentimento di novità e avanguardia che pervade la cultura europea nei primi decenni del Novecento, sempre tesa a un dialogo con la tradizione che ne viene a superare ed elaborare le istanze formali e creative.