Editing Calvino, fare pace con le parole. Un grande scrittore in redazione
Con Roberto Cicala e Giovanni Tesio
«Il massimo del tempo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei» confessò Calvino in un’intervista del 1979. Dall’immediato dopoguerra fino al 1983 fu impiegato, dirigente e consulente dell’Einaudi occupandosi anche dei rapporti con gli autori italiani. Le parole di Calvino raccontano il dietro le quinte di un “mestiere dei libri” esercitato con emozione e al tempo stesso con disincantata professionalità: la scoperta di nuovi autori, i rifiuti, le polemiche letterarie, i premi, i consigli dispensati ad autori esordienti o affermati, le discussioni con i traduttori. Ne emerge il ritratto di un grande intellettuale, di un ambiente lavorativo che lo stesso Calvino definiva «modello per il resto dell’editoria italiana», e di una stagione irripetibile della letteratura e della cultura italiane, i cui protagonisti si chiamavano Elio Vittorini, Natalia Ginzburg, Carlo Cassola, Anna Maria Ortese, Leonardo Sciascia.