La rivoluzione dice: io ero, io sono, io sarò!
Con Claudio Bartolini, Ilaria Floreano e Stefan Aust
La RAF, conosciuta anche come banda Baader-Meinhof, ha rappresentato un fenomeno centrale all’interno dei sommovimenti rivoluzionari che hanno segnato gli anni Settanta a livello globale. Nata in seno alla Germania Ovest, ha coinvolto tanto la DDR quanto il Medio Oriente, gli Stati Uniti quanto l’Italia. Per alcuni, una metastasi della società capitalista. Per altri, un fronte di guerriglia urbana da addestrare, proteggere, persino imitare. Nel mezzo, una costellazione di sfumature che hanno ispirato studi e opere artistiche.
Per la prima volta in Italia una pubblicazione – INLAND. Quaderni di cinema n. 18 – si occupa di sviscerare in maniera interdisciplinare il fenomeno della Rote Armee Fraktion (RAF, appunto), intrecciando le riletture storiche ai risvolti legali in ambito penale, la notevole mole di letteratura biografica e fenomenologica agli audiovisivi legati direttamente e indirettamente alle vicende RAF.
Da Rainer Werner Fassbinder a Margarethe von Trotta, da Volker Schlöndorff a Edgar Reitz fino a Christian Petzold, sono tanti gli autori cinematografici che si sono cimentati con le parabole di Andreas Baader, Ulrike Meinhof, Gudrun Ensslin e compagni. Accanto alle loro opere, alcune delle quali assai celebri (Germania in autunno, Anni di piombo), ha proliferato un sottobosco di documentari, action-movie e approfondimenti televisivi che mai prima d’ora era stato mappato e analizzato in modo sistematico. Perché il legame tra la storia della RAF e l’arte filmica è ben più complesso e stratificato di quanto sembri: basti pensare che molti, tra i terroristi, studiarono cinema e scrissero film…
Bietti dedica al fenomeno RAF altre due pubblicazioni: l’edizione italiana, integrale e aggiornata, della “bibbia” sul tema scritta da Stefan Aust (da cui è tratto il film del 2008 La banda Baader Meinhof), grande giornalista tedesco che ebbe modo di conoscere direttamente molti dei protagonisti, da Ulrike Meinhof in giù. E il primo libro in italiano dedicato alla figura della vera fondatrice della Rote Armee Fraktion, la dimenticata Gudrun Ensslin, la cui biografia viene raccontata a partire dai film che l’hanno come protagonista o ispiratrice.