Una scrittura scolpita nei silenzi
Con Donatella Di Pietrantonio e Giuseppe Antonelli
La durezza della terra in cui Donatella Di Pietrantonio ambienta da sempre le sue storie fa tutt’uno con la fragile umanità di certi suoi personaggi: così come fragile è la durezza di certe pietre. L’epoca in cui le storie sono ambientate passa in secondo piano rispetto a vicende che raccontano passioni ancestrali. Una scrittura scolpita nei silenzi, negli accenti antichi del dialetto, nei lineamenti di un paesaggio – anche interiore – pieno di asperità.
Donatella Di Pietrantonio vive e lavora a Penne, in Abruzzo. Con L'Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in più di 30 Paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Mia madre è un fiume (prima edizione Elliot 2011), con cui ha vinto il Premio Tropea, Bella mia (prima edizione Elliot 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, Borgo Sud (2020), finalista al Premio Strega 2021, e L'età fragile (2023), con cui ha vinto il Premio Strega 2024. Per la sceneggiatura del film L'Arminuta di Giuseppe Bonito ha vinto il David di Donatello insieme a Monica Zapelli.
Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Pavia, dove presiede il «Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei» e dirige il Multi - Museo multimediale dell’italiano (www.multi.unipv.it). Collabora agli inserti «7» e «La lettura» del «Corriere della Sera» e racconta storie di parole su Rai Tre; con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell’italiano scritto n sei volumi (Carocci 2014-2021). Tra i suoi ultimi titoli: Il museo della lingua italiana (Mondadori, 20202), Il mondo visto dalle parole (Solferino, 2021), Il Dante di tutti. Un’epopea pop (Einaudi, 2022) e la curatela del volume La vita delle parole. Il lessico dell’italiano tra storia e società (Il Mulino, 2023).