#BCM2020 - Diario di bordo 11 novembre

11/11/2020

Fa strano. Seduto alla scrivania, tazza di caffè, biscotti ai cinque cereali. Ogni tanto ti viene quasi voglia di metterti una camicia solo per il gusto di sentirti ancora un po’ normale, ancora un po’ come prima. Che poi com’era prima? Sembra una vita fa, quando guardo delle vecchie foto la prima cosa che penso è “assembramento”, una di quelle parole che di solito leggevi da qualche vecchio giornalista che parlava di cose lontane, posti lontani. Invece ora sono qui, davanti al computer, Zoom alla mano a cominciare una nuova avventura che passa per l’unica cosa che proprio non vuole saperne di andarsene, nonostante tutto: i libri. BookCity è una di quelle cose che mi ha fatto amare Milano quando mi sono trasferito, una di quelle cose che mi ha fatto sentire a casa. Ora non sono neanche più in città, bloccato altrove, senza poter salire su un treno, senza poter inciampare sul pavè in bici tra un evento e l’altro, senza poter contare le ore, sedermi su una sedia, stringere una mano, sorridere complice a qualcuno. Sono seduto alla scrivania, tazza, biscotti e vestiti comodi per vivere una BookCity a 16 pollici, a banda larga, per tuffarmi non in un sostituto posticcio ma in un nuovo modo di raccontarci e raccontarsi e di vivere quelle cose di carta con le parole sopra che, nonostante tutto, non possiamo davvero fare a meno di accatastare attorno a noi e che adesso più che mai ci ricordano vivide tutto ciò a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare. Non dobbiamo rinunciare alle immagini, alla poesia, a scrivere. Zadie Smith ci racconta di quanta voglia, quanta necessità ci sia di scrivere e di raccontare. Ci racconta dello spazio che ci ritagliamo quando creiamo, quando diamo voce a quello che ci circonda e quello che abbiamo dentro di noi. È così strano non sentire il silenzio, le sedie, i colpi di tosse, mentre la scrittrice britannica dialoga durante l’intervista. Ma per uno come me, che in Conservatorio ha trascorso gli ultimi cinque anni della sua vita, non sentire vibrare le pareti della sala nel concerto finale è quasi straziante. Ma è un grido di libertà. Di lotta, di rifiuto a rassegnarsi. E se chiudi gli occhi riesci a immaginarti seduto su una di quelle poltrone, con accanto gli amici di sempre, a sussurrarti a vicenda “da quanto tempo non andavamo a un concerto insieme”.

                                                Bleiz Del Sette

Oggi è l'11 novembre, giorno di inaugurazione di questo BookCity virtuale. La nona edizione si apre con Impressioni dalla Terra, un misto tra letteratura, filosofia e musica. Le note di Unanswered question di Ives eseguite da LaFil riempiono l’aria. Normalmente, mi guarderei intorno per vedere le reazioni delle persone a ciò che succede, mi sentirei parte di una folla di individui tutti diversi che per poco tempo sono legati profondamente. Questa volta no, questa volta posso condividere quello che succede solo con il mio ragazzo, seduto di fianco a me sul divano. So che le persone ci sono, forse addirittura più numerose, ma la mia connessione con loro è meno apparente. Non posso ricambiare il sorriso della signora accanto, non posso osservare la reazione dell’uomo della fila davanti, non posso guardarmi in giro e vedere gli altri, questi altri che ora ci sono ma celati al mio sguardo, in un certo senso irraggiungibili. Dopo un’introduzione sulle particolarità di quest’anno, Zadie Smith, scrittrice che rappresenta entrambi i temi principali di questa edizione, viene omaggiata con il Sigillo della Città. Intervistata da Edoardo Vigna, parla di come la scrittura del suo ultimo libro Grand Union, una raccolta di racconti che mostrano la sua prospettiva sulla contemporaneità, sia stata un modo di controllare l’ambiente intorno a lei e sentirsi meno persa. Racconta poi come vive la comunità e le sue preoccupazioni sulla tecnologia, spiegando come il nostro cervello sia fatto per interfacciarsi con molte meno persone rispetto a quelle con cui abbiamo a che fare tramite i social e come la comunicazione declinata per piacere a tutti stia spaventosamente diventando automatica per alcuni. La scrittrice descrive il suo continuo cambiare stile come un modo per esprimere tutte le sue voci.

                                           Alice  Nguyen-trinh

“I libri salveranno il mondo”. È con questa frase che Luca Formenton termina il suo intervento della serata d’inaugurazione, lasciando spazio alle note conclusive di Strauss suonate da La Fil-Filarmonica di Milano. “I libri salveranno il mondo”. È un concetto che, nonostante si faccia parola solo sul finale, permea tutto l’evento, a cominciare dalle parole del Presidente della rassegna, Piergaetano Marchetti, che sottolinea come il libro, specialmente di questi tempi, ci aiuti a sentirci meno soli. “Celebrare nella distanza la vicinanza del libro”, afferma, aggiungendo poi come la rassegna BookCity Milano 2020 unisca nella distanza. Tale concetto è ribadito anche dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, durante il suo discorso di conferimento del Sigillo della Città alla scrittrice inglese Zadie Smith. Sala riflette sull’importanza che il parlare dell’oggetto libro ha oggi, di come esso sia fondamentale per lo sviluppo di un senso civico e per tenere la comunità unita, cosa alquanto complicata in questo tempo di pandemia. E proprio su quest’ultima dialogano il giornalista del Corriere della Sera Edoardo Vigna e la scrittrice Zadie Smith. L'autrice racconta la propria esperienza durante i duri mesi di aprile e maggio, di come la grande quantità di notizie riguardanti l’emergenza l’abbia sopraffatta, di come, citando le sue parole, “la scrittura era un modo per liberarmi”. Racconta anche del periodo precedente la pandemia, del clima effervescente di New York (dove insegna), del contatto e del dialogo continuo con le nuove generazioni di artisti emergenti e di come tutto questo le manchi. Di pandemia parla anche il filosofo evoluzionista Telmo Pievani, collegandola in modo netto e preciso al tema dell’emergenza ambientale. Citando una serie di articoli scientifici passati in sordina tra i non addetti ai lavori in un mare di articoli riguardanti l’emergenza sanitaria (e qui, nuovamente, ci si rifa all’importanza della lettura e del libro), snocciola una serie di dati allarmanti circa la salute del pianeta Terra, di #terranostra, citando quello che, insieme al “talento delle donne” (di cui Zadie Smith è la portabandiera), costituisce il tema principale di questa edizione di BookCity. E, in conclusione, Luca Formenton rivela lo slogan della rassegna: “I libri salveranno il mondo”.

                                                    Gaia Pesce